L’anamnesi di una prima visita reumatologica prevede domande sulla presenza di specifiche malattia nella storia personale o familiare del paziente. L’attenzione del reumatologo si concentra su tre patologie in particolare: l’uveite, la rettocolite ulcerosa e il morbo di Crohn.

Queste tre patologie sono strettamente legate alla spondiloartrite assiale, anche se le casistiche non sempre sono concordi nel darci le percentuali di associazione. Un’altra patologia legata alla spondiloartrite è la psoriasi, ma non vi è ancora un accordo tra specialisti nel considerare questa malattia una comorbidità o, piuttosto, un aspetto specifico di una particolare spondiloartrite, che viene, appunto, chiamata artrite psoriasica.

A dispetto di queste considerazioni, tuttavia, la presenza delle comorbidità associate alla spondiloartrite riveste un ruolo importante per la diagnosi e per il trattamento della patologia, dato che può orientare la scelta terapeutica del curante.

È prudente, inoltre, che chi ha già queste patologie, valuti la possibilità che dolori o artralgie possano essere associate ad una forma infiammatoria reumatica. Questo accade soprattutto con il mal di schiena, che deve essere adeguatamente indagato. È noto, inoltre, che l’uveite e le malattie infiammatorie croniche dell’intestino condividano lo stesso “motore” di patogenesi, identificato spesso con la presenza di HLA B27.

L’aspetto delle comorbidità è di particolare importanza, anche quando queste non sono tra quelle sopra elencate. Ve ne sono altre, come l’osteoporosi o la patologia metabolica e cardiovascolare, che si trovano spesso in pazienti affetti da spondoliartrite, pur non essendo ad esse collegate da un forte legame come per quelle HLA B27 correlate.

L’osteoporosi, ad esempio, è frequentemente riscontrata accanto alla spondilite anchilosante, anche se le cause che associano le due patologie non sono ancora ben note. La presenza di questa condizione è inusuale e, per tale motivo, è bene sospettarla anche in quei pazienti che sono, ad esempio, giovani e maschi e, di conseguenza, meno identificabili come a rischio.

Altre comorbidità come il diabete, l’ipertensione e lo sviluppo di malattie cardiovascolari sono altrettanto importanti e da prendere in considerazione, dato che vanno ad aumentare il rischio generale di sopravvivenza.

Da ultimo, anche comorbidità come la fibromialgia e la depressione sono da porre in particolare rilievo. La compresenza di condizioni che possono influire sulla percezione del dolore o sullo stato dell’umore sono, infatti, condizioni sfavorenti che pesano sulla risposta farmacologica nei termini del percepito personale del paziente e nel raggiungimento degli outcomes clinici di malattia.

“Quali sono le terapie disponibili?”

Esami diagnostici e farmaci antinfiammatori

CONOSCI LUCA

Autore

LUCA
IDOLAZZI

MEDICO SPECIALISTA IN REUMATOLOGIA

Ricercatore presso l’Unità di Reumatologia del Dipartimento di Medicina dell’Università di Verona, si interessa dello spettro delle patologie artritiche e, in modo particolare, di spondiloartriti. Ad integrazione di questo ambito, ha sviluppato un interesse per l’imaging dedicato alla malattia reumatologica e, in modo particolare, all’ecografia muscoloscheletrica. Data la complessità delle spondiloartriti, affianca da molti anni i colleghi di altre branche, come la Dermatologia, per riuscire a cercare di comprendere e assistere il paziente nel migliore dei modi.

Incontra gli esperti

Associazioni Pazienti

Scopri di più