Sovrappeso e obesità alimentano lo stato infiammatorio e vanno quindi evitati in caso di spondiloartriti.

Se abbiamo peso o tessuto adiposo in eccesso, quindi, il primo obiettivo da perseguire con un corretto stile di vita è perdere massa grassa e tornare normopeso.

Ma come facciamo a sapere se dobbiamo perdere peso?

Ci sono due misurazioni che possiamo fare anche a casa e che sono molto utili in questo senso. Si tratta dell’indice di massa corporea (IMC, o in inglese BMI – body mass index) e della circonferenza vita (CV). Una loro valutazione preliminare ci dirà se è il caso di rivolgerci a un professionista per una valutazione più precisa e per iniziare un percorso di dimagrimento.

Cominciamo dall’indice di massa corporea (IMC).

Quel che ci serve sono una bilancia e un metro, con cui misurare peso e altezza.

Il Sig. Rossi, ad esempio, pesa 100 kg ed è alto 1,80.

Per ottenere l’IMC, il Sig Rossi dividerà quindi il suo peso per l’altezza, e dividerà poi il risultato ancora per l’altezza.

Per lui, quindi, l’IMC sarà pari a 30,9, che abbiamo ottenuto dal calcolo (100:1,80):1,80.

Cosa ci dice un IMC di 30,9? Ci dice che il Sig. Rossi è in una condizione di obesità, e che dovrà quindi porsi l’obiettivo di una perdita di peso.

L’IMC indica infatti una condizione di normopeso quando è compreso tra 18,5 e 24,9 (valori inferiori corrispondono a sottopeso), di sovrappeso tra 25,0 e 29,9, di obesità per valori maggiori.

Quel che non ci dice l’IMC è da cosa è fatto il nostro peso, ovvero quanta parte di esso è dovuto a tessuto adiposo e quanta a invece massa magra.

Per stimare questi valori sono necessarie diverse misurazioni manuali (circonferenze e pliche) e/o strumentali (bioimpedenziometria tra le più usate). C’è però una misurazione che, da sola, ci dice almeno se siamo con buona probabilità tra coloro che devono perdere tessuto adiposo per motivi di salute. Si tratta della misurazione del giro vita, di cui parliamo qui di seguito.

Circonferenza vita (CV)

Prendiamo un metro da sarta e mettiamoci in piedi, rilassati, braccia lungo i fianchi. La vita è il punto più stretto tra la fine della gabbia toracica e il margine superiore delle ossa del bacino (cresta iliaca). In genere, lo troviamo circa a metà strada tra l’ultima costola e l’inizio delle anche, poco sopra l’ombelico.

Il Sig Rossi trova una misura di 110 cm. È tanto o è poco? È un po’ troppo, innanzitutto. Per gli uomini il giro vita dovrebbe infatti restare sotto i 102 cm (meglio ancora sotto i 94 cm), mentre per le donne sotto gli 88 cm (meglio sotto gli 82 cm).

Questo perché la circonferenza vita è un indice di grasso viscerale a livello addominale, quello da tenere più sotto controllo dal punto di vista della salute. Questo tessuto adiposo in eccesso non è infatti, come in genere si immagina, una massa inerte: l’adipe in eccesso è in realtà ben attiva, in particolare nel rilasciare alcune sostanze fondamentali proprio nei processi infiammatori che dobbiamo “disincentivare” con il nostro stile di vita. In presenza di uno stato infiammatorio sistemico, come quello alla base delle spondiloartriti, il rilascio nel sangue di tali sostanze contribuisce ad alimentare la condizione sfavorevole.

Da notare che la misura della circonferenza vita è importante anche per chi è normopeso: avere un IMC inferiore a 25 non garantisce infatti che la quantità di grasso viscerale sia anch’essa sotto controllo.

Se dai vostri valori di IMC e giro vita sospettate di avere peso e/o tessuto adiposo in eccesso, la raccomandazione è non procedere con il fai-da-te, che può facilmente condurre a uno stile alimentare in realtà non corretto, ma rivolgersi a un professionista della nutrizione, ovvero a un dietologo, dietista o biologo nutrizionista.

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Spondilite o spondiloartrite?

CONOSCI ANTONELLA

Autore

ANTONELLA
LOSA

NUTRIZIONISTA E DIVULGATRICE SCIENTIFICA

Lavora da 20 anni nel panorama Salute e Benessere (food & beverage / consumer health / farmaceutico). Negli ultimi 12 ha focalizzato in particolare il tema del rapporto alimentazione – salute, rispetto al quale è oggi attiva sia come esperta di comunicazione, sia come nutrizionista.

Negli ultimi anni ha collaborato con diverse aziende del settore sviluppando e realizzando progetti di comunicazione e di educazione alimentare diretti sia al pubblico generico sia a pubblici specifici come i professionisti dei media tradizionali e nuovi (giornalisti; blogger) e la classe medica.

Tali progetti, che privilegiano la componente esperienziale e di dialogo bidirezionale con il pubblico di riferimento, comprendono ad esempio laboratori pratici, workshop e tutorial, spesso condotti in partnership con Istituzioni riconosciute come musei, università o centri ospedalieri.

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