In generale – ovvero in assenza di requisiti medici diagnosticati su base individuale – non c’è a oggi indicazione all’esclusione di specifici alimenti dalla dieta delle persone con spondilite anchilosante.

Vediamo più nel dettaglio.

Su iniziativa della Fondazione Internazionale Spondilite Anchilosante (ASIF), tra il 2011 e il 2013 un gruppo di reumatologi, fisioterapisti e pazienti provenienti da 13 diversi Paesi ha condotto una serie di valutazioni - dai dati scientifici di letteratura medica a quelli empirici della vita di tutti i giorni – per arrivare a stilare una lista di raccomandazioni sullo stile di vita in maniera altamente consensuale tra personale medico e persone con spondilite anchilosante.

Tra gli aspetti considerati, quello del regime alimentare: “una dieta con meno carne (quindi meno acido arachidonico), più pesce (acidi grassi omega 3) e piatti vegetariani può contribuire a ridurre il processo infiammatorio. La spondilite anchilosante si associa spesso a osteoporosi: per questo motivo risultano essenziali un apporto alimentare bilanciato di calcio e livelli adeguati di vitamina D (esposizione solare, consumo di pesce, o anche integratori quando necessario)”.

Come si può già vedere da queste raccomandazioni, non si parla in termini di “sì” e di “no”, ma di proporzioni tra le diverse classi di alimenti. In altre parole, l’attenzione va posta sulle abitudini alimentari nel loro complesso, più che sui singoli alimenti.

Le indicazioni date intendono condurre a stili alimentari che complessivamente non favoriscano uno stato infiammatorio – aspetto di grande rilevanza per chiunque ma ancor più per le persone con patologie associate a un’infiammazione sistemica cronica, come nel caso della spondilite anchilosante.

Da notare che le stesse indicazioni descrivono anche la nostra dieta mediterranea (ortaggi, frutta e cereali prevalenti su carne e alimenti ricchi di grassi saturi), esempio di regime non predisponente a infiammazione.

Quanto detto vale tuttavia all’interno di una dieta adeguata a livello calorico: se eccediamo abitualmente in calorie, infatti, stiamo adottando un regime alimentare non appropriato a prescindere da quali alimenti abbiamo consumato. Questo succede perché un surplus calorico protratto predispone a sovrappeso e obesità, condizioni implicate nel mantenimento dello stato infiammatorio in quanto il tessuto adiposo produce attivamente sostanze infiammatorie.

L’eccesso di peso contribuisce, inoltre, ad aumentare la severità della sintomatologia associata alla patologia.

Un’attenzione ancora maggiore a questo aspetto è raccomandabile in caso di trattamento con terapie che possono favorire l’aumento di peso, come alcuni farmaci biologici. A oggi è tuttavia disponibile un maggior numero di opzioni rispetto a qualche anno fa, con trattamenti che non hanno mostrato altrettanta propensione ad aumentare il rischio di sovrappeso.

Riassumendo, per le persone con spondilite anchilosante - in assenza di requisiti specifici, personali e diagnosticati da personale medico - è consigliabile non la selezione di alcuni alimenti rispetto ad altri, ma l’adozione di un regime alimentare senza eccessi calorici e con un’assunzione moderata – sia per quantità che per frequenza di consumo - di alimenti particolarmente ricchi ad esempio in grassi saturi o acido arachidonico (carni grasse, strutto, salumi,  pesci come anguille e capitoni). Da favorire invece adeguati consumi di frutta e verdura, che hanno mostrato un potenziale effetto protettivo grazie all’insieme di diverse sostanze contenute tra cui vitamine, minerali e fitocomposti.

Riferimenti bibliografici:

  • Feldtkeller ELind-Albrecht GRudwaleit MCore set of recommendations for patients with ankylosing spondylitis concerning behaviour and environmental adaptationsRheumatol Int.2013 Sep;33(9):2343-9
  • http://asif.info/wp-content/uploads/2018/04/CoreSet-en-1.pdf

 

Come si può arrivare alla diagnosi della SA con l'aiuto del fisiatra?

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CONOSCI ANTONELLA

Autore

ANTONELLA
LOSA

NUTRIZIONISTA E DIVULGATRICE SCIENTIFICA

Lavora da 20 anni nel panorama Salute e Benessere (food & beverage / consumer health / farmaceutico). Negli ultimi 12 ha focalizzato in particolare il tema del rapporto alimentazione – salute, rispetto al quale è oggi attiva sia come esperta di comunicazione, sia come nutrizionista.

Negli ultimi anni ha collaborato con diverse aziende del settore sviluppando e realizzando progetti di comunicazione e di educazione alimentare diretti sia al pubblico generico sia a pubblici specifici come i professionisti dei media tradizionali e nuovi (giornalisti; blogger) e la classe medica.

Tali progetti, che privilegiano la componente esperienziale e di dialogo bidirezionale con il pubblico di riferimento, comprendono ad esempio laboratori pratici, workshop e tutorial, spesso condotti in partnership con Istituzioni riconosciute come musei, università o centri ospedalieri.

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