La giornata di un paziente con spondilite anchilosante è costellata di episodi dolorosi, che nell’arco delle 24 ore si avvertono maggiormente oppure regalano un po’ di tregua. Uno dei motivi che determinano più rigidità, e quindi più dolore, è il rimanere immobili o quasi in una determinata posizione. La notte è un esempio classico.

 

Un problema molto frequente

Il sonno difficoltoso è uno sgradevole compagno notturno di almeno due terzi delle persone con spondilite anchilosante. E le ripercussioni negative sono molte: si dorme meno bene, per un periodo inferiore e al mattino non si è in splendida forma. Inoltre, è una sorta di circolo vizioso: le conseguenze degli episodi dolorosi accusati durante la giornata condizionano il sonno notturno, per poi ripercuotersi la mattina successiva… Una catena che va spezzata.

 

Farmaci a piccole dosi

L’impiego di farmaci analgesici o specifici per l’insonnia è una strada che si può percorrere, a patto di impostare la terapia con il proprio medico di fiducia. Ma, alla lunga, non è risolutiva e non particolarmente indicata in soggetti che già assumono sostanze per la cura della spondilite anchilosante. E’ perciò più efficace ricorrere a strategie comportamentali e ad attività fisiche mirate, in grado di regalare finalmente alla persona un sonno ristoratore. Vediamo qualche semplice consiglio.

 

Consigli pratici

Sono tante le cose che si possono fare, prima di andare a letto, per dormire meglio. Per esempio, non mangiare e bere cibi e bevande che ritardano il sonno. Oppure non fumare, che rimane comunque una scelta vincente. Ci si può inoltre “aiutare” con tanti accorgimenti: un materasso confortevole, una giusta aerazione della stanza, musica rilassante e brevi tecniche di meditazione.

Per ridurre la rigidità mattutina, invece, si deve fare una sola cosa: muoversi! Anche se all’inizio potrà essere un po’ doloroso, è necessario sgranchire le articolazioni e allungare le fasce muscolari, Collo, spalle, e poi giù fino ad arrivare al punto più basso della colonna: con calma e senza strappi, ogni parte della nostra schiena deve essere “riattivata” dopo che, durante la notte, è rimasta immobile. E ricordiamocelo sempre: i soggetti con spondilite anchilosante sono destinati a svolgere attività fisica per tutta la vita. Iniziamo quindi in questo modo la nostra giornata.

La spondilite anchilosante nelle donne

Stili di vita - 1 parte

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Autore

PIERCARLO
SARZI PUTTINI

SPECIALISTA IN FISIATRIA E IN REUMATOLOGIA E DIRETTORE DELLA UOC REUMATOLOGLIA FBF L. SACCO - PROF. STRAORDINARIO REUMATOLOGIA C/O DIP. DI SCIENZE BIOMEDICHE E CLINICHE "L. SACCO"

Attualmente è Professore Straordinario di Reumatologia presso l’Università degli Studi di Milano. È responsabile di un Unità Operativa Complessa di Reumatologia presso ASST Fatebenefratelli-Sacco, Milano. È responsabile dell’Insegnamento di Reumatologia nell’ambito dello stesso corso integrato presso il polo universitario Sacco, Milano.  È Docente presso la Scuola di Specializzazione in Reumatologia di Milano.
È inoltre responsabile di numerose sperimentazioni cliniche che si stanno svolgendo presso l’Unità Operativa di Reumatologia dell’Ospedale L. Sacco.
Ha partecipato come “esperto” a 2 commissioni Europee per lo sviluppo di raccomandazioni cliniche e terapeutiche. Coordinatore del gruppo di studio SIR sul dolore in reumatologia.  

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