Durante gli appuntamenti dal reumatologo a volte capita che il tempo a disposizione è poco e l’elenco delle domande lungo. Perciò lasciamo che il Dott. Ronan Kavanagh risponda alle domande più frequenti di chi ha appena ricevuto una diagnosi di spondilite anchilosante.
Come si è certi che si tratta di SA?
La SA viene in genere sospettata nei pazienti più giovani con dolore cronico alla schiena di durata superiore ad alcuni mesi. Poiché solo 1 paziente su 20 con dolore cronico alla schiena soffre di SA,1 alcuni medici tendono a cercare altri indizi prima di pronunciarsi sulla diagnosi. Il dolore alla schiena associato alla SA è noto come “mal di schiena infiammatorio”. Il mal di schiena infiammatorio è solitamente accompagnato da rigidità, che risulta peggiore al mattino, dopo aver riposato o di notte. Spesso i sintomi migliorano con l’attività fisica e i farmaci antinfiammatori.
L’esame obiettivo può essere utile, ma per formulare una diagnosi certa sono in genere necessari ulteriori indagini, tra cui esami del sangue, raggi X, scansioni RMN e, normalmente, un consulto con un reumatologo.
È necessaria una scansione RM per avere una diagnosi?
La RM è uno degli strumenti più utili per formulare una diagnosi certa di SA, specialmente la scansione delle articolazioni sacro-iliache. Quest’ultima è diversa dalla RMN della parte inferiore della schiena (colonna lombare), una RM della sola colonna lombare potrebbe non essere sufficiente a diagnosticare la SA.
Cos’è il test HLA B27?
È un esame del sangue eseguito per rilevare la presenza del gene HLA B27, che può essere associato alla SA.2 Poiché molti di coloro che soffrono di SA sono positivi per questo gene, il test può essere molto utile ai fini della diagnosi. Ci sono anche molte persone assolutamente sane (8%) positive per questo gene, che non svilupperanno mai la malattia:3 avere il gene non significa necessariamente sviluppare la patologia. Il test è perlopiù utile per confermare una diagnosi quando c’è già un forte sospetto che si tratti di SA.
Potrò avere figli con la SA?
Sì. La SA, e la maggior parte dei trattamenti utilizzati, non riduce la fertilità. Ti potrebbe tuttavia essere suggerito di interrompere l’assunzione di certi farmaci durante la fase di concepimento e la gravidanza. La buona notizia è che spesso le donne con SA scoprono che i loro sintomi migliorano durante la gravidanza.
Potrebbe essere necessario prendere alcune precauzioni al momento del parto (specialmente quando si pianifica un’epidurale) e in termini di medicinali, se si prevede di allattare al seno.
Se soffro di SA, anche i miei figli ne soffriranno?
Non necessariamente. Sebbene la genetica abbia un peso nello sviluppo della SA, sono importanti anche molti altri fattori. Se un genitore con SA è “positivo per HLA B27” (ossia, è portatore del gene HLA B27), vi è un 50% di possibilità che il gene venga trasmesso ai figli. Ma questo non è sufficiente a trasmettere la patologia. La maggior parte di coloro che ereditano il gene, tuttavia, non svilupperà la SA – il rischio va dal 6,9% circa al 27%.4 Per chi non è portatore del gene HLA B27 il rischio è molto basso.
Questo articolo è stato scritto dal Dott. Ronan Kavanagh, con l’aiuto degli esperti di ThisASLife, un sito social che intende aiutare la comunità di persone con SA ad “Apprendere. Condividere. Ispirare. Discutere.”
Fonti bibliografiche:
1. Adshead, R et al. EMJ Rheumatol. 2015;2: 103-110.
2. Schlosstein L et al. N Engl J Med 1973: 288: 704–706.
3. Sheehan NJ J R Soc Med 2004; 97: 10–14.
4. Carter N et al. Rheumatology 2000; 39: 445.