QUANDO SI DECIDE DI RIPARTIRE

Le emozioni

QUANDO SI DECIDE DI RIPARTIRE

La mente spinge chi viaggia

 

L’idea di fare un viaggio emerge sempre durante quello precedente.

Israele, Galilea, per la precisione Monte Tabor, là dove si narra avvenne la trasfigurazione di Cristo. Dopo già più di 20 km di camminata zaino in spalle anche la lentezza delle gocce di sudore, che tracciano lacrime sulla mia fronte, iniziano ad infastidire. Il caldo, nonostante sia marzo, da queste parti inizia già a farsi sentire. L’ascesa non è difficoltosa, si tratta più di una collina che di un monte, ma la mia tappa sarebbe terminata in una cittadina a valle, per la precisone a Kfar Tabor.

Raggiunta la vetta si erge nell’immediato la Basilica, con annesso oratorio per ristoro pellegrini, che nel mio caso si tradusse in un bicchiere d’acqua servito nel cortile antistante, mentre all’interno i “pellegrini da pullman” banchettavano come se stessero attraversando la Terra Santa a piedi, cose che nella realtà ero l’unico a fare.

“Rifocillato” dalla calda accoglienza ricevuta in oratorio, riprendo il mio zaino e scendo attraverso uno dei sentieri più belli che mi sia mai capitato di attraversare. Fitta vegetazione del verde più brillante che si possa immaginare, macchiata dai caldi colori di fiori mediterranei. Il fondo, argilloso e sassoso con pendenze di tutto rispetto, non risparmia le mie natiche che in più di un’occasione assaggiano l’aspra bellezza del cammino.

Quasi alla fine della discesa il sentiero viene interrotto da un recinto elettrificato per bestiame, da queste parti è del tutto normale trovare sentieri interrotti. A quel punto mi cimento nel tracciare una nuova via e in men che non si dica rotolo, come una palla da rugby, nel cortiletto di una casa nella quale mi imbatto in un ragazzo appena adolescente, avvolto nel fumo del narghilè neanche fosse un turibolo vivente.

“Che ci faccio qui?” Mi chiedo, mentre ritrovo l’equilibrio.

“Per Kfar Tabor da quella parte” indica il ragazzo-turibolo, poco sorpreso della mia discesa dal cielo.

Si vede che da queste parti, oltre ad apparizioni miracolose, sono abituati ad imbattersi in pellegrini rotolanti.

Una volta toccato il materasso, un attimo prima del sonno profondo, farnetico sul fatto che ormai riesca a trarre piacere solo da questo tipo di viaggi.

“Giorgio, una volta arrivato a Gerusalemme quale altro cammino vorrai andare a tentare?”

“Onestamente non lo so, poi adesso son stanco, devo solo riposare”

“Eppure qualcosa ti sta già frullando in testa”

“Ho sonno!”

“Tempo fa non avevi letto qualcosa su un cammino in Italia?”

“Si, Il Coast to Coast, da Ancona ad Orbetello”

“Bello, secondo me dovresti valutarlo seriamente come prossimo raid”

“Ascolta cara la mia testa, facciamo che lo valutiamo domani, adesso lasciami dormire, ti prego.

“…………………”

Tra le farneticazioni assonate in Terra Santa e la partenza per il Coast to Coast italiano, è passata una pandemia, qualche punturina per tenere a bada il mal di schiena, la lettura di un discreto numero di libri su viaggi vari.

“Perché lo fai? Intendo questo tipo di viaggi”

Non ho bisogno di pensarci.

“Per recuperare tutto il tempo perso a non poter fare per colpa della mia schiena stravagante”