L’organizzazione con l’alimentazione, la terapia e la gestione della patologia durante il viaggio

Interviste

L’ORGANIZZAZIONE CON L’ALIMENTAZIONE, LA TERAPIA E LA GESTIONE DELLA PATOLOGIA DURANTE IL VIAGGIO

La terza tappa di un viaggio simbolo sulle spondiloartriti assiali

 

Proseguiamo il racconto di Giorgio Circosta su come è riuscito ad affrontare gli ostacoli della vita imposti da una malattia reumatologica cronica come la spondilite anchilosante e sulla sua scelta di intraprendere i cammini, nonostante la malattia, che lo hanno portato e lo porteranno ancora a conoscere paesaggi, città, paesi di tutto il mondo insieme alla gente che li popola.

Come ti organizzi con l’alimentazione e la terapia nel corso del cammino?
Riguardo allo stile alimentare, non mi pongo particolari restrizioni. Siccome l’obiettivo è coprire la massima distanza di percorso al mattino, mentre nel pomeriggio (spesso in discesa) il lavoro motorio è più blando, a colazione cerco di introdurre la massima quantità di energia possibile, consumando sia cibi dolci che salati. Inoltre, stipati nello zaino, ho con me sia qualche snack per i necessari spuntini durante il viaggio sia le bustine di gel per mantenermi idratato. Nonostante sia una buona forchetta, presto comunque attenzione a seguire una dieta antinfiammatoria.
Da un punto di vista terapeutico da qualche anno mi somministro in autonomia la terapia a casa una volta al mese; quindi, non ho nessun tipo di problema organizzativo.

È chiaro che, per un viaggio come quello che sto programmando, cercherò di somministrare la terapia prima della partenza e dopo l’arrivo alla meta prevista.
In realtà non mi è mai capitato di intraprendere un viaggio che prevedeva la somministrazione della terapia a metà del percorso, con la necessità di mantenerlo per giorni in un sacchetto pieno di ghiaccio, e spero che non succeda mai. Se dovesse succedere ne parlerei sicuramente con il mio reumatologo per trovare la migliore soluzione per non rinunciare né alla terapia, né ai miei amati viaggi.